Red Bull, AI e Business: la tecnologia che ti fa vincere
Quante volte pensiamo alla tecnologia come qualcosa di distante, quasi “da nerd”, che poco ha a che fare con il nostro mondo reale? Eppure, ci sono storie che smentiscono tutto questo, mostrando quanto le tecnologie digitali siano già oggi strumenti concreti, strategici e trasformativi. Una di queste storie arriva dalla Formula 1 e ci aiuta a comprendere meglio ciò che sta già accadendo anche nel mondo del business: la tecnologia può davvero fare la differenza, se sappiamo come usarla.
Il caso Red Bull e Rudy van Buren: quando il virtuale vince nel reale
Durante il weekend del Gran Premio del Giappone di quest’anno, Red Bull si è trovata in grande difficoltà dopo le prove libere del venerdì. L’auto di Verstappen non era competitiva. La svolta è arrivata nella notte, dall’altra parte del mondo, grazie a Rudy van Buren, 33enne olandese, ex kartista e campione di eSport, che dal simulatore di Milton Keynes ha completamente ricalibrato l’assetto della monoposto #1.
Non ha mai guidato una vera Formula 1, perché — nonostante il talento — non ha trovato sbocchi nel motorsport tradizionale. Eppure ha avuto un ruolo chiave nella conquista della pole position e della vittoria. Christian Horner, team principal Red Bull, ha definito quel lavoro come “ribaltare letteralmente la macchina”.
Van Buren è diventato uno dei riferimenti mondiali degli eSport. Oggi collabora stabilmente con Red Bull per sviluppare il software di simulazione e ottimizzare le prestazioni durante i weekend di gara. È stato proprio Max Verstappen, con cui condivide la passione per il sim racing nel team virtuale Redline, a suggerirne la candidatura.
Questa storia non è solo affascinante: è simbolica. Ci mostra che le competenze digitali, anche se non convenzionali, possono avere un impatto reale sul successo di un’organizzazione. Ne parla anche La Gazzetta dello Sport in un articolo che merita di essere letto per intero.
E nel mondo aziendale? La domanda è: siamo pronti?
Questa vicenda ha molto da insegnare a noi imprenditori e formatori. Perché, anche se il contesto è una gara di F1, ciò che accade in pista riflette dinamiche presenti in ogni azienda:
- Crisi improvvise
- Decisioni rapide da prendere
- Bisogno di competenze non convenzionali
- Uso della tecnologia come leva risolutiva
- Capacità di intercettare segnali deboli
Proprio come Van Buren ha aiutato Red Bull a vincere senza mai sedersi nell’abitacolo, oggi un’azienda può utilizzare l’intelligenza artificiale generativa per:
- simulare scenari di business,
- creare contenuti ottimizzati e scalabili,
- risolvere problemi complessi con approcci alternativi,
- sviluppare nuovi modelli di business attraverso l’analisi generativa di dati non strutturati,
- favorire l’innovazione partecipativa, stimolando brainstorming assistiti dall’AI che suggeriscono combinazioni inedite tra idee, trend e soluzioni di altri settori,
- può diventare uno stimolo concreto alla creatività umana, aiutando le persone a esplorare nuove prospettive, generare alternative e coltivare l’immaginazione
Pensiamo, ad esempio, a un’azienda che utilizza l’AI per testare in anteprima la risposta del mercato a un nuovo prodotto, prima ancora di produrlo fisicamente, grazie all’impiego di digital twin: modelli virtuali che replicano fedelmente i processi, i prodotti e persino il comportamento degli utenti, permettendo simulazioni accurate e decisioni data-driven. Oppure a un team marketing che affina in tempo reale le proprie campagne grazie a insight predittivi.
Inoltre, una delle applicazioni più sottovalutate ma rivoluzionarie dell’AI è la sua capacità di sgravare le persone da compiti ripetitivi e a basso valore aggiunto, come la gestione documentale, l’analisi dati preliminare o la scrittura di report standardizzati. Questo libera risorse preziose all’uomo per pensare in modo critico, creare soluzioni innovative e mettere in campo empatia nelle relazioni umane.
Il punto è: siamo davvero pronti a cogliere queste opportunità? O stiamo ancora aspettando “il momento giusto”, mentre altri innovano e vincono?
Formazione continua: da optional a necessità
Nel mio lavoro come formatore e facilitatore di AI generativa, vedo ogni giorno quanto sia fondamentale aggiornarsi, sperimentare, uscire dalla zona di comfort digitale. Non servono lauree in informatica o ruoli tecnici: servono apertura mentale, spirito curioso e voglia di mettersi in gioco. Le aziende che supporto e affianco hanno imparato a tradurre la teoria in pratica, proprio come Red Bull ha fatto col suo simulatore.
E nel contesto dell’AI generativa, tutto questo è ancora più urgente: i progressi avvengono con una velocità impressionante e ciò che oggi sembra impossibile, potrebbe diventare realtà operativa già domani. Per questo, la formazione continua non è solo consigliabile, ma necessaria, per restare al passo e non perdere opportunità strategiche.
L’innovazione non è futuro, è presente
La lezione è chiara: la tecnologia non è più un lusso o un vezzo per pochi, ma una chiave di sopravvivenza e vantaggio competitivo. Il mondo si muove veloce. Chi sa usare gli strumenti giusti nel momento giusto, vince.
Le altre due prospettive delle mie tre anime professionali
Questa storia non finisce qui. Ho esplorato il caso Red Bull anche da altri due punti di vista che mi appartengono profondamente:
🏁 Sportivo ed ex Pilota: parlerò di come le simulazioni digitali hanno rivoluzionato l’allenamento e la strategia in pista https://sport.alessandroboz.com/red-bull-ai-e-successo-quando-il-virtuale-cambia-tutto/
🛋️ Arredatore d’Interni: ti mostrerò come le stesse tecnologie trovino applicazione anche nella progettazione di spazi e ambienti. https://arredatore.alessandroboz.com/red-bull-ai-e-interior-design-quando-la-simulazione-anticipa-le-emozioni/
Tre visioni, un unico messaggio: la tecnologia è ovunque. Sta a noi decidere come usarla.